cantautore…compositore, digipintore

Stronza

Anteprima

LYRICS

STRONZA
avrei voluto dirti
mia cara che ti adoro
mia gioia, mio tesoro
e invece no… perché sei stronza!

e anche sussurrarti
guardandoti negli occhii
“bambina tu mi tocchi”
ma non si può… con una stronza!

e pensavo vorrei
giurarti anche che sei
quasi tutto per me
ma no… perché? eh, se sei stronza…!

che non hai sussultato
quando ti ho confidato
“ciò che provo per te
ahimè, forse è una cosa seria”
che grossa cattiveria

e come avrei voluto
poterti rivelare
con tutto il mio ardore
“sì, voglio farti mia”

più facile che a dirsi
mia cara vieni via
è tempo di partirsi
da qui, da’ qui
dammi la mano
e ce ne andremo via lontano

o magari si sta qua
pss pss… che stronza!

e al fine settimana
dai, ti porto sulla luna
nella vasta immensità
godere scampoli di eternità
sai che bello noi nel blu
vederci la partita di lassù

ah stronza, stronza sì
bla bla bla bla
coi tuoi discorsi lasciati a metà
e quelle mosche sempre che ronzavano
che le orecchie ancora fischiavano
nell’ ebbrezza del sogno di volare
non ti squagliare e non ti sgocciolare
e dannazione non te la menare

certo che… oh, quanto sei stronza!
diciamolo… che sei una stronza!

va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e vaaa’

e va’ che ti dicevo
io e te siamo scintille
ma ero un imbecille
e tu si sa… tu una stronza!

e dopo aggiungevo
con te io tocco il cielo
va bè, stendiamo un velo
eh sì, eh già… però che stronza!

se penso a ogni progetto
lasciato nel cassetto
che ancora giace lì
figurati… davvero stronza!

che avrei gridato al vento
tutto il mio sentimento
posto alla tua mercè
eh bè, perché ti amo io
sì io e non “anch’ io”

e intanto ti dicevo
cingendoti in amplesso
va bene e sia sesso
ah dolce disincanto

ma cara vieni piano
e tu che urlavi tanto
clamore sovraumano
oh sì, così
ah che casino
ci avrà sentito anche il vicino

questa sì che è intimità
sempre più stronza!

e al al fine settimana
si va sempre sulla luna
e lì senza gravità
potrai straziarmi di urla a sazietà
tra le stelle a tu per tu
dove nessuno ci sentirà più

ah stronza, stronza sì
e come no?
piccole gioie intraviste all’ oblò
della mia …ehm ehm… la nostra felicità
arrendendomi alla complicità
di una debole anima che cede
ma per fortuna dopo si ravvede
mia cara e mi ci… ti ci… si ci vede

ti lascio lì… giacché sei stronza!
no torna qui… che, fai la stronza?

va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’ va’
e vaaa’

va’ vaa’ …
vaa’
oh, ma tu vai davvero?
che cosa fai? hei, dove vai?
dai, vieni qui… non fare così
….. amore mio!!!
capirai bene che se ti insulto
chi più ne soffre… chi è sbagliato…
insomma, sì… forse… lo…
lo…? lo…? come si dice?
non mi viene la parola
aiutatemi a dire
pfff…

[…lo stronzo!]

ah, ecco… lo stronzo, sì…
…sono io

ma dove vai? rimani qua
scherzavo sai? che crudeltà
lasciarmi senza una parola
con il cuore strozzato in gola
no, non andare non mi lasciare
anche perché…
dove la trovo un’ altra
…stronza come te

Introduzione

Al contrario di quanto possa sembrare dal titolo, il brano vuole essere una parodia e una critica di un certo atteggiamento maschile all ’interno dei rapporti di coppia. Se lo si ascolta fino in fondo ci si rende conto infatti che l’ oggetto della critica non è la ragazza (la stronza del titolo) bensì proprio lui, l’ io lirico/narrante: tipico piacione egocentrico che si pone verso la propria compagna quasi come fosse un dio sceso in terra e alla quale dà poi ogni colpa per tutte le cose che non vanno nel rapporto. Lui che quando fa un complimento lo fa solo a metà (“e pensavo vorrei | giurarti anche che sei | quasi tutto per me”; “ciò che provo per te | ahimè, forse è una cosa seria”), che quando ha qualche slancio di generosità o romanticismo poi si pente (“e ce ne andremo via lontano | o magari si sta qua”) o ancora lo fa per mascherare qualche suo desiderio egoistico (tipo portarla sulla luna per poi scoprire che, con immagine surreale, voleva soltanto guardare la partita di calcio da una posizione ottimizzata!!!). E quando lei alla fine, scacciata, va via davvero, lui a quel punto si sente perso perché appunto gli viene meno la figura da tiranneggiare e sulla quale esercitare il proprio potere per sentirsi forte. Per cui la implora di tornare indietro, si dispera e allo stesso tempo si rivolge a lei con un tono pur sempre venato di disprezzo. E in qualche modo cerca di farla sentire in colpa. Quindi sotto sotto continua a fare lo stronzo fino in fondo. Il tutto per essere subito nuovamente pronto a maltrattarla e riprendere il suo ruolo usuale non appena lei accenna a tornare da lui, recidivo e destinato a non redimersi.
Mi è stato detto (a me ignorante rispetto a ciò che concerne l’ universo della malattia) che tale atteggiamento è riconducibile a quello che in linguaggio medico-psicoanalitico viene definito narcisismo patologico. Ma io non amo l’ uso di queste terminologie, per cui continuerò a identificarlo semplicemente come … stronzo! Appunto.
Cantare questo pezzo per me è molto faticoso, perché è tecnicamente difficile da interpretare (sia vocalmente, per tutto il lavoro che comporta a livello di qualità vocali e sia per i molti cambii di tonalità, oltre che di tempo) e richiede una certa carica (eseguito fiacco non rende): implica di calarsi nel ruolo del cinico… è un equivalente del principio del teatro della crudeltà di Antonin Artaud trasportato alla canzone. Mi devo immergere in un personaggio scomodo, antipatico, cattivo, che non mi appartiene… e assumerne su di me la negatività, per esorcizzarla…
È come fosse una catarsi continua. Ci sono parti che faccio pure malvolentieri… E forse il trucco è che ci si deve divertire a farle, per liberarsene; dato che questi elementi sono anche potenziali rischii della nostra personalità, se non della società. Sì, probabilmente è proprio questo il trucco: la catarsi.

(apo)